Durante il periodo dello svezzamento, il bambino si può ammalare (disturbi gastrointestinali o stati febbrili) e in questi casi l’alimentazione dovrà subire un brusco cambiamento. Nel caso di patologie gastroenteriche occorre sospendere immediatamente la somministrazione degli alimenti abitualmente consumati e passare ad una dieta idrica, a base di acqua bollita, tè deteinato e camomilla, al fine di evitare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea prolungati. E’ buona norma lasciare aggiungere saccarosio a piccole dosi, per evitare uno stato ipoglicemico.
La durata della dieta idroca è generalmente di 48 ore. Quando le evacuazioni perdono il carattere della scarica diarroica e assumono un aspetto mucoso, è opportuno iniziare una rialimentazione graduale, utilizzando nel caso del lattante, piccole quantità crescenti di latte, e per lo svezzamento, alimenti a base di amido quali riso, patate, pasta, quindi pane e infine carne bianca, lessata. Durante la rialimentazione si possono notare ancora feci mucose con tracce di cibi che non sono stati completamente digeriti; se il fenomeno è modesto non si deve sospendere l’alimentazione, ma continuare a somministrare buone quantità di liquidi.
In caso di stati febbrili il bambino spesso accusa un calo dell’appetito e non deve essere forzato ad ingerire alimenti. Se invece l’appetito è normale non vi sono motivi per limitare la quantità di cibo, anche se si consiglia di preferire quelli più digeribili, soprattutto se il paziente è costretto a letto. Poichè lo stato febbrile elevato comporta una marcata perdita di acqua attraverso la sudorazione e l’aumentata frequenza respiratoria, è necessario somministrare abbondanti liquidi, preferendo le spremute e i succhi di frutta freschi, ricchi di vitamine, al fine di soddisfare l’accresciuto fabbisogno nel rialzo termico.
Durante la convalescenza, dopo una dieta idrica, è necessario osservare un’alimentazione leggermente ipercalorica e iperproteica per compensare le perdite subite. La dieta del bambino sottoposto a vaccinazione orale non va modificata; nella settimana precedente la vaccinazione, e in quella seguente, è opportuno non introdurre alcun alimento diverso da quelli abituali.




